Il Museo è anche casa mia
Casa mia è anche un museo
Cento ragazzi per scoprire, animare e includere una società plurale
di Ivana Mulatero
Marco Calderini, Charles Dauphin Umberto Mastroianni, Tetar Van Elven, Francesco De Mura, Barent Gael, Felice Maria Ferdinando Storelli, Giuseppe Camino e tanti altri.
Una trentina gli artisti di varie epoche e dai differenti stili espressivi, provenienti dalla collezione di Luigi Mallé e autori di altrettante opere che rappresentano il museo, hanno ispirato la creazione di cinque video animati, nati all’interno del progetto Nega So, seconda edizione 2024/2025. I cinque video, accomunati dal titolo “Il museo è anche casa mia, casa mia è anche un museo”, sono originati da altrettanti laboratori ideati e condotti dalla direttrice del Museo Mallé, Ivana Mulatero, in collaborazione con la videomaker Alice Gallouin, e con le insegnanti coordinatrici, Annamaria Delmastro per le due classi di quarta e quinta elementare e Chiara Marino per le tre classi di prima media, con il supporto del peer operator Ziydane Boukhench.
Cinque classi per cinque video speciali della durata di circa cinque minuti e in ognuno tanti mini sketch animati di venti secondi ciascuno, durante i quali un oggetto sempre diverso e proveniente dalla dimensione intima e familiare o dall’ambito scolastico degli allievi è stato messo in relazione, in maniera inedita e originale, con un’opera del museo attraverso accadimenti, incontri e proiezioni immaginarie. Ma sempre con un ragionamento e uno studio che ha condotto ad avvicinare i dipinti mediante il metodo della VTS, la “Visual Thinking Strategy”, con il quale si è creato un gruppo di pari all’interno di ogni classe e si sono sviluppate le competenze di osservazione, di ascolto, di stimolo a livello cognitivo e di confronto di idee.
La conoscenza del Museo Mallé, la storia e la vita del suo fondatore, il significato della parola “mouseion”, la costruzione di una didascalia museale, l’avvicinamento alle animazioni digitali e l’invenzione tra fotografia e cinema dell’arte del movimento delle immagini, sono stati altrettanti step affrontati nel corso dei momenti laboratoriali svolti sia al museo che in classe, fino ad intrecciarsi con l’invito a scegliere un oggetto presente nella propria dimora e di particolare significato, sul quale esercitarsi a realizzare una inedita scheda identificativa, come base di sviluppo per una piccola sceneggiatura per il personale mini video animato. Schede di riflessioni sui concetti appresi, esercizi di visualizzazione con disegni e script di brevi racconti con i quali immaginare la storia di inclusione degli oggetti all’interno delle opere. Gli oggetti d’affezione sono diventati così i protagonisti di inedite storie in video. L’ultima parte dell’attività ha restituito l’esito del lavoro, con l’intero gruppo degli allievi, per ogni ordine di scuola, riunito e raccolto davanti allo schermo a vedere con emozione e a commentare i filmati realizzati per poi ricevere un poster da portare a casa con l’immagine di un frame del video personalizzato, stampato come ricordo. Cinque minuti ottenuti dalla somma di pochi secondi per ogni oggetto che è stato protagonista, in una sequenza ininterrotta di sempre nuove e diverse possibilità di relazione, di imprevista reazione, di aggancio a volte surreale o fantastico e di piacevole sorpresa e scoperta di nuove narrazioni con i soggetti e le scene dei quadri del museo, selezionati dai ragazzi in base alle affinità cromatiche, ai caratteri o per il tipo di scena raffigurata.
Oltre un centinaio gli studenti e le studentesse che sono stati coinvolti nei laboratori svolti nell’orario scolastico, molti di essi con background migratorio. Il presupposto del progetto è che ciascuno degli allievi ha una sua biografia riflessa dagli oggetti che si sono mescolati e relazionati con le opere del museo, acquisendo ulteriore valore emotivo e narrativo nella creazione delle videoanimazioni. Il coinvolgimento delle persone mediante l’arte e la tecnologia è l’approccio che contraddistingue l’attività nonché un metodo usato dal Museo Mallé in vari progetti di inclusione sociale, poiché utile a promuovere una visione secondo cui tutte le culture hanno pari valore nella costruzione di una società plurale. Attraverso i propri programmi educativi e grazie al patrimonio custodito, il Museo Mallé intende costituire una risorsa accessibile a pubblici diversi e un luogo di crescita, d’incontro e di benessere. Sono aspetti questi che rientrano pienamente nella missione del museo che riconosce nell’arte un bene primario e collettivo e, in quanto tale, accessibile a tutti quale strumento di sviluppo personale. Nel contesto specifico del progetto Nega So, fase seconda, il programma d’attività “Il museo è anche casa mia, casa mia è anche un museo” si è concluso con ottimi risultati, rilanciando con altre iniziative per la seconda annualità in programma per il prossimo anno.
Nega So è un progetto realizzato nell’ambito del bando “Territori Inclusivi”, promosso e finanziato dalla Compagnia di San Paolo, con partner sostenitore Mamo Educational Foundation e capofila la Cooperativa Liberitutti. Il Museo Civico Luigi Mallé è partner insieme agli enti: Comune di Dronero, IC “G. Giolitti” di Dronero, Espaci Occitan, Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese (CSAC), IC Venasca-Costigliole Saluzzo, ASD Terzo Tempo, Associazione Genitori Don Giorgio B. OdV, Associazione Voci del Mondo, Unione Montana Valle Varaita, Fondazione Santagata.
Immagini in ordine di apparizione:
- Frame dal video di Ashlin Dushku, classe 5°, Scuola primaria, IC Dronero
- Frame dal video di Lara Chemello, classe 1°A, Scuola media, IC Dronero
- Frame dal video di Luca Pilleri, classe 1 C, Scuola media, IC Dronero
- Frame dal video di Bogdan Dornea, classe 1B, Scuola media, IC Dronero
- Frame dal video di Eros Shita, classe 4°, Scuola primaria, IC Dronero
Il presente articolo è stato pubblicato già sul mensile Il drago di Dronero nel mese di luglio.
Episodio 16 “Dialoghi sull’impresa sociale”
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